Grande guerra e memoria: letteratura e dintorni
a cura di Fabio Todero
Qualunque ragionamento intorno alla grande guerra e alla sua memoria, letteraria o meno, anche volendo restringere il campo alla Venezia Giulia che fu peraltro teatro privilegiato delle operazioni belliche tra il 1915 e il 1917, non può che partire da uno studio delle problematiche storiche che caratterizzano questo evento. Benché non sia semplice districarsi all’interno di una bibliografia di grandi dimensioni anche volendo limitarsi al conflitto italo-austriaco, si indicano di seguito alcuni testi usciti negli anni più recenti che, mentre testimoniano di come l’approccio a questo tema sia ormai profondamente cambiato, mostrano come il nodo storia-memoria sia profondamente penetrato nel tessuto del lavoro storiografico relativo alla prima guerra mondiale.
I testi più recenti cui fare riferimento sono: Antonio Gibelli, La Grande Guerra degli Italiani, 1915-1918, Sansoni, Firenze 1998 e il saggio a due mani di Mario Isnenghi e Giorgio Rochat, La Grande Guerra. 1914-1918, RCS libri - La Nuova Italia, Milano 2000, volume che peraltro fa parte dell’ampio progetto della Storia d’Italia nel secolo ventesimo, ideato dall’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia. Entrambi i testi, inoltre, presentano un’amplissima bibliografia alla quale si rimanda per ulteriori approfondimenti. Fondamentale è lo studio di Giovanna Procacci, Soldati e prigionieri italiani nella Grande Guerra, con una raccolta di lettere inedite, Editori Riuniti, Roma 1993, che al rigore scientifico unisce una grande passione civile. Di grande respiro e suggestione è, ancora di Antonio Gibelli, L’officina della guerra. La Grande Guerra e le trasformazioni del mondo mentale, Bollati Boringhieri, Torino 1991, nel quale un ampio spazio è dedicatoto all’uso della fonte letteraria. Di grande importanza, anche per il taglio innovativo del lavoro, rimane il saggio di Lucio Fabi, Gente di trincea. La grande guerra sul Carso e sull’Isonzo, Mursia, Milano 1994. Dello stesso autore si segnala, anche per le potenzialità di un’agevole utilizzazione in sede didattica, Uomini, armi e campi di battaglia della Grande Guerra. Fronte italiano, 1915-1918, Mursia, Milano 1995.
Restringendo l’obiettivo alle vicende della Venezia Giulia, per la quantità delle informazioni contenute e la vastità dell’opera va ancora ricordato il classico saggio di Giuseppe Del Bianco, La guerra e il Friuli, Del Bianco, Udine 2001 [1a edizione 1939]. Frutto delle acquisizioni storiografiche più recenti sono i saggi di Lucio Fabi, Paolo Malni e Marina Rossi scritti per il volume Friuli e Venezia Giulia. Storia del ’900, realizzato dall’Istituto per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia di Trieste, per i tipi della Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 1997.
Per chiunque voglia prendere in considerazione il tema grande guerra–memoria, sia pur limitandosi ad un ambito determinato dal punto di vista dello spazio, irrinunciabile rimane la consultazione dei saggi di Paul Fussel , La Grande Guerra e la memoria moderna, Il Mulino, Bologna 1984, Eric Leed, Terra di nessuno. Esperienza bellica e identità personale nella prima guerra mondiale, Il Mulino, Bologna 1985, George Mosse, Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti, Laterza, Bari 1990 e Jay Winter, Il lutto e la memoria. La Grande Guerra nella storia culturale europea, Il Mulino, Bologna 1998. In questi testi, costruiti anche attraverso il sapiente accostamento di fonti e strumenti interpretativi di diversa natura, l’interesse si sofferma sugli aspetti culturali del conflitto, sulle sue conseguenze sulla mentalità della società europea nonché sulla fenomenologia della memoria del conflitto in Europa.
Sul tema della memoria della grande guerra in Italia vanno segnalati i seguenti lavori: Leoni Diego, Zadra Camillo, La grande guerra. Esperienza, memoria, immagini, Il Mulino, Bologna 1986, Isnenghi Mario, Le guerre degli italiani 1848-1945. Parole, immagini, ricordi, Mondadori, Milano 1989.
Per quanto riguarda più specificatamente la memoria letteraria in Italia, uno studio fondamentale sui rapporti tra grande guerra, mondo intellettuale, memoria letteraria fondamentale rimane il classico saggio di Mario Isnenghi, Il mito della Grande guerra, Laterza, Bari 1970, giunto ormai alla sua quarta edizione. Ancora di Mario Isnenghi vanno ricordati, Giornali di trincea, Einaudi, Torino 1977 e I vinti di Caporetto, Marsilio, Padova 1967. Un lavoro più recente che intende essere uno studio organico della memoria letteraria della grande guerra è, di Fabio Todero, Pagine della Grande Guerra. Scrittori in grigioverde, Mursia, Milano 1999. Di grande interesse, per il suo impianto metodologico, è il volume curato da Andrea Cortellessa, Le notti chiare erano tutte un’alba. Antologia dei poeti italiani nella prima guerra mondiale, prefazione di M. Isnenghi, Bruno Mondadori, Milano 1998. Sulla letteratura per l’infanzia, si veda di Walter Fochesato, La guerra nei libri per ragazzi, Mondadori, Milano 1996, in particolare le pagg. 32-48. Altri contributi utili sono quelli di Maria Bartoletti, Memorialisti di guerra, in Il Novecento, a cura di Giorgio Luti, Vallardi, Milano 1989, vol. 1, e di Giorgio Pullini, Gli scrittori “dentro” la prima guerra mondiale, in “Otto-Novecento”, settembre-ottobre 1991.
Per una riflessione sulla memoria letteraria in ambito locale si vedano di Lucio Fabi, Cenni sulla storia della produzione editoriale di testi autobiografici in ambito regionale, in “Il Territorio” n. 7, Nuova serie, a. XX, maggio 1997; lo stesso autore ha curato i due volumi di La gente e la guerra. Saggi, Il Campo, Udine 1990, che ospita diversi contributi. Fabio Todero ha voluto ricostruire la vicenda di due intellettuali in guerra nel suo Carlo e Giani Stuparich. Itinerari della Grande Guerra sulle tracce di due volontari triestini, LINT, Trieste 1997. Lo stesso studioso ha cercato di tracciare i confini del patrimonio letterario sulla grande guerra in La Grande Guerra nella memoria letteraria a Trieste, apparso nella rivista in “Qualestoria” n. 1-2, dicembre 1998. Un tentativo di confrontare le posizioni di diversi intellettuali triestini davanti al conflitto è, ancora di Fabio Todero, Da Vivante a Timeus: ideologie e identità a confronto nel tramonto di un’epoca, in “Il Territorio” n. 10, nuova serie, a. XXI, dicembre 1998.
Per quanto riguarda la memoria di quanti, provenendo dalle nostre terre, si trovarono a combattere nell’uniforme austroungarica, occorre ricordare almeno i saggi di Sergio Chersovani, Esercito austro-ungarico e “Italiani d’Austria”, Lucio Fabi, “Che guerra è questa”? In trincea sul fronte orientale con i diari e le memorie dei soldati austro-ungarici di lingua italiana e di Sergio Ranchi, “La luna vista a girarsi”. L’avventura galiziana negli scritti e nelle memorie degli Infanteristi del Litorale, apparsi tutti nel volume Sui campi di Galizia (1914-1917). Gli Italiani d’Austria e il fronte orientale: uomini popoli culture nella guerra europea, a cura di Gianluigi Fait, Materiali di lavoro - Museo storico Italiano della Guerra, Rovereto 1997. Fondamentali i due saggi di Marina Rossi, che compendiano anni di lavoro, I prigionieri dello Zar. Soldati italiani dell’esercito austro-ungarico nei lager della Russia (1914-1918), Mursia, Milano 1997 e Irredenti giuliani al fronte russo. Storie di ordinaria diserzione di lunghe prigionie e di sospirati rimpatri (1914-1920), Del Bianco, Udine 1998.
La guerra, purtroppo, non riguarda solo chi si trova in prima linea; in questi ultimi anni la storiografia ha cominciato a preoccuparsi delle sorti della popolazione civile. In questo senso vanno i volumi di Paolo Malni, Fuggiaschi. Il campo profughi di Wagna 1915-1918, Edizioni del Consorzio Culturale del Monfalconese, San Canzian d'Isonzo 1998 e “Un esilio che non ha pari”. 1914-1918, Profughi internati, ed emigrati di Trieste, dell’Isontino e dell’Istria, a cura di Franco Cecotti, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia - Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 2001.
Per quanto riguarda altre forme della memoria si veda, a livello propedeutico, la post-fazione di Mario Isnenghi al volume da lui curato, I luoghi della memoria. Simboli e miti dell’Italia unita, Laterza, Bari 1996; nello stesso testo si vedano anche i saggi Monte Grappa, di Livio Vanzetto e Redipuglia, di Patrizia Dogliani. Di uscita più recente è di Fortunato Minniti, Il Piave, Il Mulino, Bologna 2000. Il tema dei luoghi della memoria ha avuto una notevole fortuna nella nostre regione; ricordiamo qui alcuni dei titoli più recenti, da Sul Carso della Grande Guerra, Storia, itinerari, monumenti, musei, di Lucio Fabi (Paolo Gaspari editore, Udine 1999, a Fortezza Hermada, di Roberto Todero, (Paolo Gaspari, Udine 2000) a Carlo e Giani Stuparich. Itinerari della Grande Guerra sulle tracce di due volontari triestini, di Fabio Todero (LINT, Trieste 1997).
Su Redipuglia, luogo della memoria per eccellenza del primo conflitto mondiale, si vedano di Lucio Fabi, Redipuglia. Storia, memoria, arte e mito di un monumento che parla di pace, LINT, Trieste 1996 e di Lucio Fabi, Laura Safred, Fabio Todero, Redipuglia. Storia, arte, memoria, Centro culturale pubblico polivalente del monfalconese, San Canzian d'Isonzo 1996. Infine, va ricordato il contributo di Ivelise Orfeo, Celebrazioni e sepoltura: monumenti ai caduti e cimiteri militari, in “Qualestoria” a. 14 (1986), n. 1-2.