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Storia delle istituzioni scolastiche nella Venezia Giulia.

Bibliografia essenziale

 

a cura di Adriano Andri

 

 

 

 

STORIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE NELLA VENEZIA GIULIA

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

 

 

 

 

 

a cura di Adriano Andri

 

 

 

 

 

La storia delle istituzioni scolastiche giuliane è un tema relativamente circoscritto, sul quale però si è sviluppata una letteratura assai vasta sin da tempi ormai lontani.

 

Dalla metà dell’Ottocento in poi, al graduale sviluppo di un sistema scolastico moderno si accompagna la crescente consapevolezza dell’importanza della scuola nella società: fioriscono dunque riviste di associazioni magistrali, prime ricostruzioni storiche, scritti polemici, pubblicazioni ufficiali ricche di dati statistici. Sin dal periodo austriaco tutto questo materiale filtra per lo più le vicende della storia scolastica attraverso la lente spesso deformante dei contrasti nazionali e della passione patriottica; tra le poche eccezioni, le penetranti pagine dedicate alla diffusione della scuola nella Venezia Giulia tra Ottocento e Novecento da Angelo Vivante nel suo classico studio Irredentismo adriatico (Trieste, Edizioni “Italo Svevo”, 1984, pp. 173-190; edizione originale Firenze, Libreria della Voce, 1912).

 

Nella gran quantità di pubblicazioni dedicate al nostro tema durante il fascismo, la scuola diviene esplicitamente e spesso rozzamente il puro e semplice strumento di una politica di nazionalismo espansionistico ed aggressivo, e questo proprio mentre la scuola giuliana perde quella particolarità che, dal punto di vista istituzionale e culturale, l’aveva contraddistinta nei decenni dell’amministrazione austriaca.

 

Ancora utili come fonti e come testimonianza di una mentalità, le opere risalenti a queste epoche hanno raramente, ormai, rilievo critico; si è quindi omesso di menzionarle, tanto più che sono agevolmente rintracciabili tramite le indicazioni bibliografiche contenute nei testi che citeremo in seguito.

 

Infine, occorre tener presente che anche in periodi più recenti uno spirito di patriottismo angusto stenta a scomparire dagli scritti dedicati, in ambito locale, alla storia della scuola. Un’impostazione di questo tipo si riscontra anche - almeno parzialmente - nella prima raccolta di studi dedicati nel secondo dopoguerra alla storia scolastica locale: quella contenuta nel numero monografico della rivista “Umana” su Le istituzioni di cultura della Trieste moderna (Trieste, gennaio/agosto 1958, anno VII, n. 1-8). Vi si trovano numerosi saggi, che nell’insieme formano un panorama articolato dei vari aspetti della storia delle istituzioni scolastiche, e una utile cronologia aggiornata fino al 1958; ma l’impostazione complessiva è ancora quella di una storia della scuola considerata essenzialmente come capitolo della storia della cultura italiana di Trieste. Oltre all’esistenza delle scuole slovene, è ignorato quasi del tutto il periodo fascista.

 

In occasione del cinquantenario dell’unione di Trieste all’Italia, compare un volume collettivo curato dalla FEDERAZIONE INSEGNANTI SCUOLE MEDIE - SEZIONE DI TRIESTE (Contributi per una storia delle istituzioni scolastiche a Trieste, Trieste, Libreria internazionale “Italo Svevo”, 1968), contenente tra gli altri i saggi di Gianfranco Spiazzi, Il dibattito politico sui problemi della pubblica istruzione al Consiglio Comunale di Trieste (1861-1914), e di Alfredo Vernier, La politica scolastica della Amministrazione Militare a Trieste dal 1943 al 1954; si affronta quindi - per la prima volta - il periodo dell’amministrazione angloamericana, ma ancora una volta si trascura il ventennio fascista, e non si fa menzione delle scuole slovene.

 

Nel cinquantesimo anniversario del 1918 viene pubblicato anche il lavoro di Licia Della Venezia Sala, La scuola triestina dall’Austria all’Italia, in Giulio Cervani (a cura di), Il movimento nazionale a Trieste nella prima guerra mondiale, Udine, Del Bianco, 1968, pp. 79-156, dedicato a uno degli snodi fondamentali della storia della scuola triestina, e comprendente anche una dettagliata ricostruzione dell’organizzazione scolastica austriaca; il saggio si conclude individuando nell’avvento del fascismo l’infelice epilogo di una vicenda ricca di spunti creativi e contrasti drammatici.

 

Uno degli aspetti più vistosi dell’opera del regime fascista nella Venezia Giulia è ovviamente la violenta snazionalizzazione delle minoranze, di cui la distruzione delle scuole slovene e croate è un capitolo essenziale. Su queste vicende si impernia il volume di Lavo Čermelj, Sloveni e croati in Italia tra le due guerre, Trieste, Editoriale Stampa Triestina, 1974; se ne occupa in maniera sistematica anche Daniele Bonamore, Disciplina giuridica delle istituzioni scolastiche a Trieste e Gorizia, Milano, Giuffrè, 1979, il quale dedica ampio spazio sia allo sviluppo delle scuole slovene nel periodo austriaco, sia alle contrastate vicende dell’immediato primo dopoguerra, sia all’opera di snazionalizzazione perpetrata dal regime mussoliniano.

 

Se l’oppressione delle minoranze è il tratto distintivo del fascismo giuliano, nella nostra regione (come nel resto d’Italia) l’avvento del regime significa pure estensione del controllo sulla società, ricerca di un consenso di massa, costruzione di un apparato propagandistico. Richiama l’attenzione su questi temi Elvio Guagnini nel saggio Cultura stampa e scuola nella Venezia Giulia durante il fascismo, in “Bollettino dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli-Venezia Giulia”, a. IV, n. 2-3, agosto 1976 (ripubblicato in ID., Note novecentesche, Pordenone, Edizioni Studio Tesi, 1979, pp. 89-101).

 

All’inizio degli anni ’80 appare l’importante lavoro di Marino Raicich, La scuola triestina tra “La Voce” e Gentile 1910 – 1925, in Intellettuali di frontiera. Triestini a Firenze (1900 – 1950). Atti del Convegno (18 – 20 marzo 1983), a cura di Roberto Pertici, Firenze, Leo S. Olschki Editore, MCMLXXXV, vol. I, pp. 299–344, che offre un quadro acuto ed articolato del complesso panorama culturale della scuola triestina nei primi anni del secolo, ricostruendone le molteplici sfaccettature e le ragioni dell’incontro con l’idealismo gentiliano e quindi col fascismo.

 

Negli anni più recenti, la progressiva scoperta e valorizzazione degli archivi scolastici come fonte storica ha dato origine un intenso fiorire di studi. Sfruttando queste fonti, Diana De Rosa disegna un dettagliato quadro dell’istruzione di base a Trieste e in Istria, esteso cronologicamente dal tardo Settecento alla fine dell’impero austroungarico: le due opere di taglio più generale sono Libro di scorno libro d’onore. La scuola elementare triestina durante l’amministrazione austriaca (1761 – 1918), Udine, Del Bianco, 1991, e Maestri scolari e bandiere. La scuola elementare in Istria dal 1814 al 1918, Udine, Del Bianco, 1998; della stessa autrice segnaliamo Professori e signorine. La scuola magistrale - liceo femminile di Trieste (1877-1918), in “Archeografo triestino”, serie IV, vol. LV, 1995, pp. 421-470, e Gocce di inchiostro. Gli asili, scuole, ricreatori, doposcuola della Lega Nazionale. Sezione adriatica, Udine, Del Bianco, 2000. L’esame delle istituzioni parascolastiche condotto in quest’ultimo volume trova un precedente nel saggio di Luigi Milazzi, Politica scolastica ed Irredentismo. I ricreatori comunali a Trieste, Udine, Del Bianco, 1974.

 

Una ricostruzione del periodo fra le due guerre, estesa a Trieste, Isontino e Istria, e volta soprattutto ad analizzare l’impatto del regime fascista sulla scuola giuliana, è offerta da Adriano Andri – Giulio Mellinato, Scuola e confine. Le istituzioni educative della Venezia Giulia 1915 – 1945, Trieste, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia, 1994; degli stessi autori, Scuola e guerra fredda. Le istituzioni educative a Trieste 1945 – 1954, Trieste, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia, 2001, riguarda il periodo dell’amministrazione angloamericana.

 

In questo filone è inoltre di grande importanza il volume dell’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARCHIVISTICA ITALIANA – SEZIONE FRIULI – VENEZIA GIULIA, La lavagna nera. Le fonti per la storia dell’istruzione nel Friuli – Venezia Giulia. Atti del convegno. Trieste – Udine, 24/25 novembre 1995, a cura di Grazia Tatò. Si tratta, fra l’altro, della prima opera che affronti in maniera organica e comparata la storia dell’istruzione nelle varie parti della nostra regione. Oltre che per la novità e l’interesse dei numerosi contributi, si rimanda a questo volume per i suggerimenti bibliografici e per i riferimenti alle fonti archivistiche disponibili (soprattutto per l’area friulana, ancora poco studiata). Un tentativo di panorama regionale della storia delle istituzioni scolastiche, limitato al periodo fascista, è anche in Adriano Andri, La scuola giuliana tra Austria e Italia, e La scuola e il regime fascista, in ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI-VENEZIA GIULIA, Friuli e Venezia Giulia. Storia del '900, Gorizia, Libreria editrice goriziana, 1997, pp. 205-217 e 325-343 rispettivamente.

 

In una prospettiva analoga, occorre ricordare la proficua interazione che si è creata in questo campo fra ricerca storica e iniziative di aggiornamento degli insegnanti, e dalla quale è scaturito per esempio il numero monografico della rivista «Qualestoria» del giugno 2001 (a. XXIX, n. 1), a cura di Franco Cecotti e Giulio Mellinato, Archivi e fonti per la storia delle istituzioni educative giuliane, che contiene alcuni interventi presentati a un convegno del 2000, nonché saggi frutto di ricerche effettuate da docenti di Trieste e Gorizia utilizzando anche gli archivi delle proprie scuole; i contributi abbracciano un periodo di tempo che va dalla metà dell’800 agli anni ’50 del XX secolo.

 

Segnaliamo altri lavori su argomenti più specifici apparsi negli ultimi anni: Marino Raicich rivolge la sua attenzione al Friuli postunitario nel saggio Scuola e lingua materna: le minoranze di frontiera nell’Italia liberale, in “Passato e presente”, a. XIV (1996), n. 38, pp. 45 – 60. Uno sguardo d'insieme sulla scuola dell'epoca asburgica è proposto da Gianfranco Hofer, Sviluppi e orientamenti della scuola secondaria nel Litorale austriaco tra XIX e XX secolo, in "Quaderni Giuliani di Storia", XVIII, 1, 1997, pp. 9 - 53; vedi inoltre Gianluca Volpi, I Ginnasi di Stato a Fiume e Gorizia, in "Annali di Storia Isontina", n. 5 (1992), pp. 69-96.

 

Un importante e tradizionale aspetto dell'ambiente triestino è costituito dal fiorire di istituzioni scolastiche legate alle differenti comunità etniche e religiose della città. Due recenti studi ricostruiscono due vicende opposte, entrambe legate al momento più tragico della nostra storia: Orietta Altieri, La politica culturale del Reich e la scuola tedesca di Trieste negli anni Trenta, in "Qualestoria", anno XXV n. 1 (giugno 1997), pp. 97-103, e UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE - DIPARTIMENTO DELL’EDUCAZIONE, La scuola media ebraica di Trieste 1938 - 1943. Storia e memorie, Trieste 1999.

 

Sul tema, non molto studiato, della scuola per l’infanzia, cfr. ora Istria Giani, Quando papà andava al cantiere. Le civiche scuole infantili di Trieste. Storia ed evoluzione dal primo sviluppo industriale ai giorni nostri, Lint, Trieste, 2002.

 

Dalle opere menzionate finora sono molto spesso assenti le scuole slovene; a tutt’oggi, oltre al citato volume di Lavo Čermelj, il contributo più importante in questo campo - nella letteratura in lingua italiana - è rappresentato dal capitolo dedicato all’istruzione nel libro di Pavel Stranj, La comunità sommersa. Gli sloveni in Italia dalla A alla Ž, Trieste, EST, 1992 (seconda edizione; prima edizione 1989), pp. 171-201.

 

A parte le opere di carattere propriamente storiografico, occorre ricordare gli annuari pubblicati in passato da molte scuole (soprattutto istituti secondari): in maniera sistematica durante il periodo austriaco e fino ai primi anni Trenta, saltuariamente o in occasione di particolari ricorrenze in epoche successive. Si tratta in genere di materiale interessante, anche se ovviamente di livello disuguale; tra le non molte pubblicazioni di questo tipo apparse nel secondo dopoguerra, le più ricche sono senza dubbio L’Istituto Nautico «Tommaso di Savoia duca di Genova» nel bicentenario della sua istituzione (1754-1954), Trieste, Tipografia litografia Moderna, 1954; I cento anni del Liceo Ginnasio Dante Alighieri di Trieste (1863-1963), Trieste 1964 (ma questi due volumi risentono ancora pesantemente di una mentalità di patriottismo nazionalista); e più recentemente Istituto tecnico industriale statale Alessandro Volta. Una scuola triestina per la cultura europea, a cura di D. Soppani, Trieste 1987 - ma sull’I. T. «Volta» si veda anche Kaiserliche-königliche Staatsgewerbeschule in Triest. Arte e tecnica a Trieste 1850-1916, a cura di Antonella Caroli, Monfalcone 1995.

 

Nelle istituzioni scolastiche giuliane hanno operato molte personalità di spicco, cui spesso sono state dedicate ricostruzioni biografiche di vario taglio e valore. In questo campo l’elenco non può essere esauriente, ma occorre segnalare alcuni esempi. Su Giuseppina Martinuzzi, singolare figura di maestra e dirigente socialista attiva a Trieste e in Istria fra Ottocento e Novecento cfr., nel volume collettaneo La repubblica di Albona nell’anno 1921, Fiume 1979, i contributi di Marija Kopitar-Cetina, Giuseppina Martinuzzi - rivoluzionaria albonese (pp. 91-101) e soprattutto Teodoro Sala, Appunti sull’opera e i tempi di Giuseppina Martinuzzi (pp. 123-131); inoltre Marija Cetina, Giuseppina Martinuzzi. Documenti del periodo rivoluzionario 1896-1925, Pola 1970.

 

Un’altra protagonista femminile della scuola giuliana, vissuta fra Ottocento e Novecento, è l’insegnante fiumana Gemma Harasim, moglie tra l’altro di uno dei più insigni pedagogisti italiani dell’epoca (Giuseppe Lombardo Radice); su di lei cfr. almeno Nella Sistoli Paoli, Da Fiume a Firenze: l’esperienza di Gemma Harasim, in Intellettuali di frontiera. Triestini a Firenze (1900 – 1950). Atti del Convegno (18 – 20 marzo 1983), a cura di Roberto Pertici, Firenze, Leo S. Olschki Editore, MCMLXXXV, vol. II, pp. 451-481.

 

Su personaggi meno noti ma non meno interessanti vedi Giuseppe Vatova, La scuola in Istria all'inizio del Novecento. Documenti, a cura e con un saggio introduttivo di Giulio Mellinato, Trieste 1997, e ancora Giulio Mellinato, L'impegno di un goriziano: Emilio Mulitsch 1891 - 1964, in "Annali di Storia Isontina", n. 5 (1992), pp. 37-67. La figura di maggior rilievo, tra quelle operanti nella scuola giuliana, è comunque senz’altro quella di Giani Stuparich, per il quale cfr. Roberto Damiani, Giani Stuparich, Trieste, Edizioni “Svevo”, 1992, e soprattutto Elio Apih, Il ritorno di Giani Stuparich, Firenze, Vallecchi, 1988. Ancora di Elio Apih è il volumetto dedicato a Carlo Schiffrer, (Pordenone, Edizioni Studio Tesi, 1993), storico di grande valore e, negli anni Trenta, insegnante di storia e filosofia nei licei triestini.

 

Accanto alle biografie occorre segnalare le opere di memorialistica. In questo caso il riferimento d'obbligo è Giani Stuparich, Trieste nei miei ricordi, Milano, Garzanti, 1948, ristampato in ID., Cuore adolescente - Trieste nei miei ricordi, Roma, Editori Riuniti, 1984. Senza alcuna pretesa di completezza si cita poi Wanda Skof Newby, Tra pace e guerra. Una ragazza slovena nell'Italia fascista, Bologna, Il Mulino, 1994 (edizione originale 1990).

 

Attorno alle vicende scolastiche giuliane è fiorita anche, com'è noto, una ricca messe di opere letterarie che non è possibile trascurare, ai fini di una corretta comprensione dell'immagine che la scuola triestina ha dato di sé nel corso degli anni e delle varie epoche. Alcuni esempi sono notissimi: Giani Stuparich, Un anno di scuola, in Il ritorno del padre, Torino, Einaudi, 1961 (prima edizione 1929); Anonimo Triestino, Il segreto, Torino, Einaudi, 1961, dedicati entrambi al torno di tempo tra inizio del Novecento ed ascesa del fascismo. Segnaliamo anche alcune opere ambientate durante gli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale: Tullio Kezich, Il campeggio di Duttogliano, Pordenone, Edizioni Studio Tesi, 1981 (prima edizione Trieste, Edizioni dello Zibaldone, 1959); Renzo Rosso, L’adescamento, Torino, Einaudi, 1975 (prima edizione Milano, Feltrinelli, 1959) e L’adolescenza del tempo, Milano, Frassinelli, 1991.

 

 

 

 

 

Atlante-Dizionario del 1914/15

Il Confine orientale

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