Cittadinanza e Costituzione
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Memoria pubblica e caratteri delle celebrazioni della Resistenza in Friuli dal 1945 ai primi anni Cinquanta
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La Destra Tagliamento dopo la guerra: le condizioni economiche, sociali e politiche, le esigenze, le aspettative
di Gian Luigi Bettoli
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VADEMECUM PER IL GIORNO DEL RICORDO - Seconda edizione
Cliccare qui per andare al Vademecum aggiornato sul nuovo sito dell'Irsrec FVG
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Trieste, 13 febbraio 2018
L'Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia esprime grande preoccupazione per la diffusione, a mezzo stampa e televisione, di ricostruzioni e interpretazioni arbitrarie e distorsive della verità dei fatti in occasione dell’ultima celebrazione del Giorno del Ricordo.
In un contesto comunicativo segnato ogni anno di più da disinformazione e mistificazione, non ha contribuito alla riflessione la frase, perlomeno infelice, pronunciata lo scorso 10 febbraio dal Presidente della Repubblica: “[…] una tragedia provocata da una pianificata volontà di epurazione etnica e nazionalistica”.
L'Istituto storico della Resistenza nel Friuli Venezia Giulia, da almeno vent'anni, contribuisce con ricerche, saggi, raccolte di testimonianze orali, allo studio della complessità della tragedia delle foibe e dell'esodo nei suoi molteplici aspetti di epurazione ideologica preventiva perseguita dagli apparati politici e militari della Jugoslavia comunista nei confronti di tutti gli oppositori politici italiani, sloveni e croati; di rappresaglia da parte delle popolazioni slovene e croate oppresse e snazionalizzate nel ventennio precedente dal fascismo; di vendette e rancori personali; di costrizione e violenza che hanno portato la stragrande maggioranza degli italiani ad abbandonare l'Istria, Fiume e la Dalmazia.
Senza una drastica correzione di rotta, il Giorno del Ricordo rischia di perdere definitivamente il suo originario significato di riconoscimento storico e morale dei sacrifici patiti dai giuliano-dalmati, di occasione per le genti di frontiera di guardare con maggior serenità e consapevolezza alle tragiche vicende del secolo scorso, e di approfondimento per tutto il Paese di alcuni tragici processi e fenomeni della contemporaneità.
A tal fine l'Irsrec Fvg ritiene che sarebbe utile un’autorevole opera di pressione dell'Istituto Parri nei circuiti politici e mediatici, per correggere interpretazioni semplificatrici e offrire strumenti conoscitivi tali da evitare nel futuro dichiarazioni incongrue soprattutto da parte di personalità democratiche e di sinistra, anche nell'esercizio di funzioni istituzionali.
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L'Istituto ha promosso l'evento commemorativo del 98° anniversario dell'incendio del Narodni Dom di Trieste per il giorno 13 luglio 2018 alle ore 9.30 presso la sede della Sezione di Studi di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori (SSLMIT) di via Filzi 14.
All'iniziativa hanno sinora aderito i seguenti enti: Narodna in študijska knjižnica-Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi, Slovenski klub, Anpi-VZPI, Aned, Dialoghi Europei, Circolo della Stampa, Istituto Saranz, Circolo Che Guevara, Circolo Ponterosso, La Nuova Alabarda.
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Comunicato stampa sul raduno di Casa Pound a Trieste.
Si è svolto ieri 8 ottobre 2018 l'incontro con Sua Eccellenza il Prefetto di Trieste Annapaola Porzio e una delegazione dei firmatari dell'appello a vietare il raduno di Casa Pound previsto per il 3 novembre prossimo (Gialuz dell'IRSREC, Sabatti del Circolo della Stampa, Marsič dell'SKGZ, Vallon dell’ANPI/VZPI Cozzolino delle ACLI).
La delegazione ha ribadito la richiesta di non autorizzare il raduno per ragioni di rispetto e dignità della cittadinanza democratica di Trieste, suggerendo l'applicazione della legge Scelba e delle disposizioni transitorie della Costituzione.
Il Prefetto ha dichiarato che non esistono i presupposti per vietare la manifestazione.
Ha comunque ribadito l'intenzione delle istituzioni di operare affinchè l’evento si svolga nel rispetto delle sensibilità della Città,concordando con la delegazione di non passare alla Risiera e davanti al Narodni Dom.
La delegazione ha richiesto al Prefetto che il raduno venga sottoposto a controlli al fine di impedire saluti, gesti e parole che prefigurino una violazione delle leggi vigenti e della Costituzione.
Il Prefetto, comprendendo l'esigenza di dar vita a una civile protesta da parte nostra nella stessa giornata del 3 novembre, ha formulato l'invito a evitare manifestazioni concomitanti al fine di poter meglio garantire lo svolgimento democratico degli eventi.
GIALUZ (Irsrec FVG)
SABATTI (CIRCOLO DELLA STAMPA)
MARSIč (SKGZ)
VALLON (ANPI-VZPI)
COZZOLINO (ACLI)
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- Scritto da Diana
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Buongiorno,
trasmettiamo di seguito il testo della richiesta inoltrata alla Prefettura di Trieste da parte delle associazioni e degli enti sottoelencati di vietare il raduno di Casa Pound.
"L'Istituto regionale per la Storia della Resistenza e dell'Eta contemporanea nel Friuli Venezia Giulia (Irsrec FVG), l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato provinciale di Trieste/Vsedržavno Združenje Partizanov Italije - Tržaški Pokrajinski Odbor (ANPI/VZPI), l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Comitato provinciale di Gorizia/Vsedržavno Združenje Partizanov Italije - Goriški Pokrajinski Odbor (ANPI/VZPI), l'ANPI Regionale del Friuli Venezia Giulia, le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (Acli) Provinciali di Trieste, le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (Acli) regionali del Friuli Venezia Giulia, l'Associazione Nazionale Ex Deportati (ANED), il Circolo della Stampa di Trieste, il Circolo Che Guevara, il Centro Studi Dialoghi Europei, la Narodna in študijska knjižnica, la Nuova Alabarda, la Rivista Il Ponte Rosso e la Slovenska Kulturno Gospodarska Zveza (SKGZ) chiedono a Sua Eccellenza Dott.ssa Annapaola Porzio di vietare qualsiasi manifestazione di Casa Pound a Trieste.
La città, medaglia d'oro della Resistenza, non può tollerare e subire questo sfregio ed oltraggio da questi epigoni del fascismo che in queste terre ha seminato, dall'incendio del Narodni dom del 1920, violenza, odio, persecuzione e discriminazione delle genti di lingua slovena, ha distrutto il tessuto multietnico e religioso e collaborato con i suoi organi di Stato (Ispettorato, banda Collotti) all'eliminazione fisica di ebrei, zingari e resistenti italiani sloveni e croati in Risiera."
Recenti episodi ed affermazioni pubbliche di Casa Pound, aldilà del suo ordinamento statutario, potrebbero giustificare l'applicazione delle norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione (L. n° 645 del 1952).
Cordiali saluti.
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